Pellicola alimentare compostabile avvolta su rotolo ecologico

Pellicola compostabile: cos’è, da cosa è fatta e perché conviene davvero usarla

4 Luglio 2025
Scopri cosa rende davvero diversa la pellicola compostabile: da cosa è fatta, come funziona, perché non è perfetta ma può fare la differenza. Un confronto sincero con la pellicola tradizionale, vantaggi reali (e limiti), consigli per sceglierla e usarla al meglio… senza illusioni.
hello world!

Pellicola trasparente: la usi, la butti, la dimentichi.

Ogni piccolo pezzo finisce in discarica o nell’ambiente, dove resta per decenni. Intanto continui a coprire ciotole, avanzi e frutta tagliata, pensando che in fondo “è solo un po’ di plastica”.

La buona notizia? Esistono pellicole che sembrano identiche, ma sono fatte per scomparire: nel compost, nel tempo giusto, senza lasciare tracce tossiche.

Si chiamano pellicole compostabili. Funzionano, proteggono il cibo e ti permettono di eliminare un’altra plastica usa e getta dalla tua routine.
Vediamo cosa le rende così diverse — e così utili.

Cos’è la pellicola compostabile e da cosa è fatta?

La pellicola compostabile è una pellicola per alimenti realizzata con materiali biodegradabili, progettata per essere smaltita nell’organico.

A differenza della plastica classica, la pellicola compostabile è realizzata con materiali biodegradabili, in gran parte di origine vegetale. Alcuni componenti possono derivare ancora da fonti fossili, ma la differenza è nel fine vita: una volta usata, si smaltisce nell’organico e torna alla terra in poche settimane.

Come viene prodotta?

Le pellicole compostabili nascono da una combinazione di materiali biodegradabili, accuratamente selezionati per garantire sicurezza, flessibilità e resistenza. Tra i più comuni troviamo:

  • Amido di mais, una materia prima vegetale abbondante e rinnovabile.
  • PLA, un materiale plastico ottenuto da zuccheri naturali fermentati (come quelli del mais o della barbabietola).
  • PBAT, un polimero biodegradabile che rende la pellicola elastica e adatta a essere avvolta senza strapparsi.

Questi componenti vengono mescolati e lavorati in impianti specializzati, dove vengono riscaldati, fusi e trasformati in un film sottile tramite un processo chiamato “film blowing”, simile al soffiaggio del vetro. Il risultato è una pellicola compatta e resistente, arrotolata in bobine pronte per l’uso domestico.

Ogni passaggio è pensato per ridurre l’impatto ambientale, sia in termini di risorse utilizzate sia per garantire che, una volta usata, la pellicola possa compostarsi e tornare alla natura senza lasciare tracce dannose.

Anche se è compostabile e biodegradabile, la pellicola non nasce da scarti o rifiuti: viene prodotta a partire da materie prime come mais e zucchero, coltivate appositamente.

Il suo vantaggio sta nel fatto che, a fine vita, torna alla terra senza lasciare plastica in giro per secoli. Ma resta importante usarla con consapevolezza: scegliere solo quando serve davvero e smaltirla correttamente nell’organico.

📚 Lo sapevi? Il PBAT è un poliestere sintetico biodegradabile usato in sostituzione della plastica nei film alimentari. Una review su MDPI (2023) ne ha confermato la degradabilità in compost industriale in meno di 90 giorni.

Pellicola compostabile vs plastica tradizionale

Le differenze tra la pellicola classica e quella compostabile sono evidenti sia dal punto di vista ambientale che pratico. La pellicola tradizionale può impiegare fino a 400 anni per degradarsi completamente. Viene smaltita nell’indifferenziata, spesso finendo in discariche o nell’ambiente, dove può frammentarsi in microplastiche. Ha un impatto ambientale elevato e, in alcuni casi, può rilasciare sostanze indesiderate a contatto con gli alimenti, soprattutto in presenza di calore o cibi grassi.

La pellicola compostabile, al contrario, nasce da materie prime vegetali ed è progettata per decomporsi in tempi rapidi — circa 90 giorni in condizioni di compostaggio industriale. Se certificata (es. EN13432), può essere smaltita direttamente nel bidone dell’organico, tornando alla terra sotto forma di compost. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, è priva di componenti nocivi e non lascia sapori o odori sui cibi.

I vantaggi pratici della pellicola compostabile

È più traspirante
Gli alimenti “respirano” meglio e si conservano più a lungo, soprattutto frutta e verdura.

Non si incolla ovunque
La pellicola compostabile è spesso più facile da usare: meno “appiccicosa” ai bordi, più maneggevole.

Zero odori di plastica
Niente sentori strani, niente aromi residui sul cibo.

Addio microplastiche
A differenza di molte pellicole classiche, non rilascia frammenti che possono finire negli alimenti o nell’ambiente.

Dove acquistare una pellicola compostabile davvero valida?

Online trovi decine di marche, ma non tutte sono uguali. Alcune sono fragili, altre non hanno certificazioni, altre ancora costano troppo.

💚 Questa è la pellicola che ho testato e continuo a usare nella mia cucina:

🔗 Biofuture Pellicola trasparente

✔️ 30 cm × 60 m
✔️ Resistente, flessibile e adatta al contatto con alimenti
✔️ Smaltibile nell’umido
✔️ Certificata BPI e TUV 

💚 La pellicola che uso è certificata BPI e TÜV Austria, due dei marchi più autorevoli a livello internazionale per i prodotti compostabili. Questo significa che, una volta usata, può essere conferita nell’organico (in presenza di raccolta dell’umido industriale), e torna alla terra in modo sicuro, entro circa 90 giorni.

Non è una vaga etichetta “eco-friendly”: è una scelta concreta, tracciabile, verificata.

Copro ciotole, piatti, pezzi di formaggio e frutta tagliata. Tiene bene, non si strappa, e quando la butto mi sento leggero.

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Domande frequenti

La pellicola compostabile si conserva bene?

Sì. Se tenuta al riparo da fonti di calore e umidità, dura quanto quella classica.

Come faccio a sapere se una pellicola è davvero compostabile?

Controlla la presenza di certificazioni affidabili, come OK Compost, EN13432, BPI o TÜV Austria.
Se sulla confezione non sono indicati questi marchi, è possibile che si tratti solo di un prodotto “biodegradabile”, che non è la stessa cosa: non tutti i materiali biodegradabili sono compostabili, né accettati nell’umido.

Dove si butta la pellicola compostabile?

Se è certificata EN13432 o OK Compost, può essere buttata nel bidone dell’organico, anche sporca.
Ma attenzione: deve essere riconosciuta come compostabile dal tuo Comune. Se non sei sicuro, verifica con il gestore locale o consulta l’app “Junker” o il sito di Corepla.

La pellicola compostabile è più resistente di quella classica?

Dipende. Alcune sono abbastanza resistenti, altre tendono a strapparsi più facilmente, soprattutto se molto sottili.
In generale, è meno elastica della pellicola in plastica tradizionale, ma funziona bene se usata per coprire ciotole o avvolgere alimenti senza sollecitarla troppo.

Costa di più?

Sì, leggermente. Ma il prezzo è giustificato dai materiali, dalle certificazioni e dal minor impatto ambientale.
E se la usi solo quando serve davvero, spesso ne consumi meno.

È vero che non si può buttare la pellicola classica nella plastica?

Esatto. Anche se è pulita, la pellicola trasparente non va nella raccolta plastica, perché è troppo sottile, difficile da selezionare e può avere trattamenti (come l’antinebbia) che la rendono non riciclabile.
Va gettata nell’indifferenziato.

Vale la pena cambiare?

Ogni giorno usiamo oggetti che sembrano innocui… finché non vediamo cosa lasciano dietro di sé.

La pellicola compostabile è uno di quei piccoli gesti che moltiplicano il cambiamento. Funziona, fa bene al pianeta e ti libera dalla plastica usa e getta.

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