Cosa succede all’acqua che finisce nello scarico

9 Ottobre 2025
Scopri cosa succede all’acqua dopo lo scarico: dal percorso che la porta dalle sorgenti ai nostri rubinetti, fino ai depuratori e al ritorno nell’ambiente. L’articolo spiega in modo semplice e accurato come funziona il ciclo dell’acqua, cosa i depuratori non riescono ancora a eliminare e quali scelte quotidiane possono davvero ridurre l’inquinamento. Un viaggio dentro il sistema idrico per capire quanto ogni nostra azione, anche la più piccola, influenzi la qualità dell’acqua che ci circonda.
hello world!

Quando tiri lo sciacquone o l’acqua scivola via nello scarico, pensi mai al viaggio che farà? Capire cosa succede all’acqua dopo lo scarico significa scoprire che, anche se gli impianti fanno un lavoro enorme, non tutto viene eliminato. Residui di farmaci, tensioattivi aggressivi, profumi sintetici e microplastiche resistono e finiscono nei fiumi, nei mari e persino nella catena alimentare. In altre parole, ciò che butti nello scarico può tornare indietro nel tuo piatto o nel tuo bicchiere. In questo articolo ti mostrerò come funziona davvero il ciclo e la depurazione delle acque e, soprattutto, quali sostanze non dovrebbero mai entrare nel tuo scarico se tieni alla tua salute e a quella del pianeta.

Se vuoi approfondire questo tema, leggi il nostro articolo dedicato alle microplastiche nei cosmetici

Il viaggio dell’acqua: dalle sorgenti al rubinetto

In Italia l’acqua potabile nasce soprattutto da sorgenti montane, falde sotterranee e invasi artificiali. Gli enti gestori la captano, la filtrano e la disinfettano negli impianti di potabilizzazione. Qui tecnici e laboratori controllano ogni parametro microbiologico prima di immetterla nella rete idrica urbana, un sistema di condotte che alimenta case, scuole e industrie.

Dopo l’uso domestico, l’acqua entra nelle fognature e raggiunge i depuratori, dove ingegneri e biologi rimuovono sostanze organiche, residui chimici e solidi sospesi. Quando rispetta i limiti di legge, l’acqua trattata scorre nei fiumi o defluisce in mare. In alcune aree agricole gli operatori la reimpiegano per l’irrigazione o per processi industriali.

Paesi come Singapore e Israele oggi trasformano parte delle acque depurate in nuova acqua potabile. Lo fanno con microfiltrazione, osmosi inversa e disinfezione avanzata. In Europa, invece, la normativa limita questa pratica, ma la crisi idrica spinge a considerarla un’opzione concreta per il futuro.

Alcuni Paesi, come Singapore e Israele, sperimentano già la riutilizzazione potabile. L’acqua depurata attraversa processi di microfiltrazione e osmosi inversa, fino a diventare nuovamente potabile. In Europa, invece, le normative restano più caute. Tuttavia, la crisi idrica e l’aumento della siccità rendono questa prospettiva sempre più concreta anche per il nostro futuro.

Il funzionamento degli impianti di depurazione

Gli impianti di depurazione operano su tre livelli fondamentali: meccanico, biologico e chimico.

  1. Trattamento meccanico: l’acqua passa attraverso griglie e vasche di sedimentazione che separano solidi sospesi e sabbia. Questi detriti vengono poi rimossi manualmente o meccanicamente.
  2. Trattamento biologico: batteri e microrganismi “digeriscono” materia organica disciolta. È una fase cruciale, perché è qui che il carico biologico viene ridotto significativamente.
  3. Trattamento chimico/fisico: si ricorre a disinfezione con cloro, ozono o raggi UV, e a filtrazioni più fini (carbone attivo, membrane) per eliminare residui tossici, metalli pesanti, ormoni e molecole resistenti.

Nonostante ciò, alcune sostanze sfuggono sempre: microplastiche, tensioattivi sintetici, tracce di farmaci e profumi persistenti passano anche attraverso i filtri più sofisticati. Queste sostanze finiscono nei fiumi, nei laghi o nel mare, compromettendo la salute degli ecosistemi. In certi casi, ciò può influire anche sulla balneabilità in zone costiere vicine agli scarichi.

Cosa resta nell’acqua dopo la depurazione

I depuratori riducono gran parte dell’inquinamento, ma non riescono a eliminare tutto. Alcune sostanze attraversano i filtri più sofisticati e restano nell’acqua anche dopo i trattamenti finali. Tra queste ci sono microplastiche, residui di farmaci, cosmetici, detergenti aggressivi e profumi sintetici. Le molecole chimiche complesse resistono ai processi biologici e si degradano lentamente.

Le microplastiche, ad esempio, sfuggono ai sistemi di filtrazione tradizionali. Entrano nei fiumi e nel mare, dove pesci e molluschi le ingeriscono. I residui farmaceutici alterano gli equilibri ormonali della fauna acquatica, mentre i tensioattivi e i profumi persistenti riducono l’ossigeno disciolto e compromettono la qualità dell’acqua.

Molti di questi inquinanti provengono direttamente dalle case: detergenti non biodegradabili, cosmetici, prodotti per la cura personale. Ciò che finisce nello scarico non scompare: si trasforma in una presenza silenziosa nei nostri ecosistemi. Per questo la scelta di detergenti ecologici e formule biodegradabili non è una moda, ma una forma di prevenzione ambientale.

Un ottimo esempio è questo detersivo per lavatrice in fogli solubili, ecologico, biodegradabile, made in Italy e cruelty free.

Cosa possiamo fare nella vita quotidiana

Ridurre l’impatto sull’acqua non richiede gesti estremi, ma scelte consapevoli. Il primo passo è prestare attenzione a ciò che finisce nello scarico: evitare oli, vernici, solventi o prodotti chimici domestici aiuta a ridurre il carico di sostanze difficili da trattare.

La seconda scelta riguarda i prodotti che usiamo ogni giorno. Detergenti, shampoo e cosmetici biodegradabili rilasciano meno residui persistenti e alleggeriscono il lavoro dei depuratori. Gli oli da cucina, ad esempio, possono essere raccolti e conferiti nei punti di raccolta dedicati, evitando di riversarli nel lavandino.

Infine, ridurre l’uso di plastica e di acqua in bottiglia contribuisce a limitare l’inquinamento e lo spreco di risorse. Bere acqua del rubinetto — se sicura nella tua zona — è una scelta ecologica e intelligente: ne parliamo più nel dettaglio nell’articolo Come migliorare il sapore dell’acqua del rubinetto.

Ogni decisione domestica, anche la più semplice, influisce sul ciclo dell’acqua. Comprendere questo legame significa poter agire in modo più responsabile e concreto.